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giovedì 23 giugno 2011

NEWS: VERSO UNA SOLUZIONE POSITIVA LA QUESTIONE TONNO ROSSO 2011

Ci è voluto poco meno di una settimana per trovare una soluzione positiva al ridimensionamento della quota di cattura del Tonno Rosso stabilita dal decreto ministeriale del 15 giugno scorso, del quale abbiamo avuto modo di parlare in un articolo precedente.
Grazie alla FIPSAS e alle altre Associazioni di Pescatori Sportivi e ricreativi che con immediatezza hanno levato gli scudi contro questa riduzione da 50 a 10 tonnellate, chiedendo un urgentissimo incontro con la Direzione Generale della Pesca, questa mattina presso la sede della DG in Roma, il Direttore Generale, dr. Francesco Saverio Abate, ha rassicurato tutti i rappresentanti della pesca sportiva e ricreativa sulla rideterminazione delle quote e il riottenimento della quantità precedentemente stabilita di 50 tonnellate nel più breve tempo possibile non intaccando più del dovuto la stagione sportiva oramai già avviata da giorno 16 di questo mese.
Il Gruppo di lavoro permanente delle Associazioni sportive e ricreative accreditato presso il MIPAAF, sul quale tanto si è speso per la sua costituzione e realizzazione il nostro Presidente federale, Prof. Ugo Claudio matteoli, ha incassato una delle più belle e soddisfacenti vittorie in sede politico-istituzionale da quando ha iniziato il proprio lavoro.

Fonte : FIPSAS

mercoledì 1 dicembre 2010

NEWS: E' allarme per la pesca illegale

Mattia Orlando (Terra a Nordest)

LA DENUNCIA. Un dossier delle associazioni Legambiente, Lav e Marevivo ripropone il tema del prelievo ittico intensivo a specie in pericolo.

Questo novembre, Legambiente, Lav e Marevivo hanno diffuso il cosiddetto Dossier “Pesca INN”, ovvero un rapporto riguardo lo stato del sistema di pesca intensiva nel nostro paese: le norme vigenti atte a regolare quest’ambito, quanto esse siano rispettate e dove, le specie a rischio. Il dossier appare un traguardo fondamentale per lo sblocco di una dannosa condizione di immobilismo normativo, ormai tale da decenni. “Pesca INN” si legge pesca illegale non documentata e non regolamentata, ed alcune tecniche classificate come tali sono le reti spadare (al bando in tutta l’UE ormai dal 2002) nonché le ferrettare: esse non permettono di selezionare taglia o specie del pesce catturato, mettendo a rischio tartarughe,delfini, squali e balene. Come sottolineano le associazioni ambientaliste, tali specie sono presenti in tutti i nostri mari, compreso l’Adriatico, che però resta, almeno secondo i dati ufficiali, ai margini del fenomeno “pesca selvaggia”.

Le maglie nere della pesca illegale vanno infatti, secondo il dossier, a Ponza, Bagnara Calabra, Lipari, Porticello e Santa Maria La Scala. Non ci si può tuttavia permettere di circoscrivere il problema delle numerosissime violazioni commesse in Italia a determinate aree geografiche, poichè esso rischia di investire indirettamente anche i porti ed i pescatori più rispettosi delle norme UE, la quale ha già in precedenza sanzionato il nostro paese per l’insufficienza e la limitata funzionalità dell’apparato normativo italiano. Un ulteriore intervento della Corte Europea di Giustizia potrebbe penalizzare fortemente l’intero sistema di pesca, al quale verrebbero a mancare importanti sovvenzioni normalmente stanziate dalle istituzioni europee.

Un’aggravante della situazione consiste nell’esistenza di un decreto ministeriale del 1998 che, a seconda delle violazioni, prevede la sospensione della licenza di pesca da 3 a 6 mesi, decreto che non è ad ora mai stato applicato e di cui, anzi, le istituzioni nazionali competenti hanno addirittura sconsigliato l’applicazione. La denuncia delle tre associazioni ambientaliste sottolinea l’insufficienza delle altre sanzioni attualmente previste dalla legge per le violazioni precedentemente citate, le quali non superano in ogni caso i 4000 euro. Molto spesso è perfino possibile ridurre ulteriormente tali, già esigue, cifre con il patteggiamento, mentre “il sequestro effettivo delle reti illegali non viene quasi mai accertato dagli organi competenti - continua il dossier delle tre associazioni - ed è dunque lecito presumere che esso quasi mai avvenga realmente”.

Numerose sono le tematiche ed i settori che trovano il loro punto d’incontro e di comune interesse nell’attività di pesca intensiva nazionale: in primis naturalmente il tema dell’ambientalismo, che si assume il fondamentale seppur difficoltoso compito di arginare, con l’associazionismo e l’impegno civile, un disastro naturalistico annunciato ormai da decenni. In secondo luogo l’aspetto occupazionale, la cui fragile situazione spinge spesso i pescatori a grandi manifestazioni di protesta che i veneziani possono ben ricordare; non poche volte infatti Le Zattere di Venezia sono state letteralmente assediate da flotte di pescherecci in rivolta. Doveroso annoverare fra questi settori interessati anche quello politico-istituzionale, che da lungo tempo si barcamena tra problemi e presunte soluzioni della questione “pesca INN”. Esempio principe dell’inadempienza di questo settore e dei suoi attori è proprio la vicenda del decreto datato 1998 di cui si è parlato in precedenza, considerato dalle associazioni ecologiste nonché da tutte le autorità europee competenti, un grande passo avanti nell’arretrata realtà normativa italiana sulla pesca.

Fonte: http://www.terranews.it


giovedì 3 gennaio 2008

Normative. Legge sul Tonno Rosso dalla CE

Nella mia zona e cioè l'Adriatico Settentrionale, si sono sempre pescati molti Tonni Rossi di grossa taglia, alcuni porti come "Porto Barricata" è diventato famoso per le catture che venivano issate a fine giornata sulla banchina in mostra a tutti gli appassionati e non, infatti vedere questi giganti imponenti era sempre una cosa emozionante.

Purtroppo però da alcuni anni questa pesca ha perso il suo fascino, a causa delle scomparsa del tonno rosso e dei tonni di grossa taglia in genere. Si dice che le tonnare nel meridione blocchino l'emigrazione verso nord dei Tonni di media taglia, impedendo la loro crescita e di conseguenza le catture sono ridotte all'osso o meglio non ne avvengono proprio più.

Infatti i pescasportivi proprio quest'anno hanno celebrato il "Funerale" del tonno e presso una boa al largo della foce del Po di Maistra è stata affissa una lapide che simboleggia la morte del grosso predatore.

Naturalmente è una provocazione, ma che simboleggia un malessere generale tra i pescasportivi non tanto per le NON catture, ma appunto per la scomparsa, almeno in questa zona, di una specie di noto interesse non solo sportivo.

Le autorità però finalmente si sono mosse, infatti l'EFSA (Autorità Europea per la sicurezza Alimentare) ha avanzato da anni una proposta per la salvaguardia di questa specie, parlando appunto del nostro Mediterraneo. In questa Battaglia ha raggiunto dei buoni risultati, infatti da fine estate la CE ha inserito dei limiti per la pesca del Tonno, un tonno per barca, liberazione e marcatura con "Tag" ICCAT ma soprattutto per i pescasportivi, un minimo di 30 Kg e 115 cm di lunghezza. Questi limiti così riescono a garantire il ciclo riproduttivo del Tonno.

Inoltre è proibita la pesca NON sportiva per quest'anno, in mediterraneo del Tonno Rosso, in quanto Francia e Italia hanno già raggiunto la loro quota massima di pesca, questo la dice lunga sul rischio di estinzione del Tonno Rosso.

Con questi limiti così speriamo che i Tonni Rossi di piccola taglia vengano rilasciati e che possano diventare grandi, grossi e riprodursi, magari un giorno riusciremo ad effettuare ancora delle belle catture nel "Mare Nostrum".