mercoledì 1 dicembre 2010

NEWS: E' allarme per la pesca illegale

Mattia Orlando (Terra a Nordest)

LA DENUNCIA. Un dossier delle associazioni Legambiente, Lav e Marevivo ripropone il tema del prelievo ittico intensivo a specie in pericolo.

Questo novembre, Legambiente, Lav e Marevivo hanno diffuso il cosiddetto Dossier “Pesca INN”, ovvero un rapporto riguardo lo stato del sistema di pesca intensiva nel nostro paese: le norme vigenti atte a regolare quest’ambito, quanto esse siano rispettate e dove, le specie a rischio. Il dossier appare un traguardo fondamentale per lo sblocco di una dannosa condizione di immobilismo normativo, ormai tale da decenni. “Pesca INN” si legge pesca illegale non documentata e non regolamentata, ed alcune tecniche classificate come tali sono le reti spadare (al bando in tutta l’UE ormai dal 2002) nonché le ferrettare: esse non permettono di selezionare taglia o specie del pesce catturato, mettendo a rischio tartarughe,delfini, squali e balene. Come sottolineano le associazioni ambientaliste, tali specie sono presenti in tutti i nostri mari, compreso l’Adriatico, che però resta, almeno secondo i dati ufficiali, ai margini del fenomeno “pesca selvaggia”.

Le maglie nere della pesca illegale vanno infatti, secondo il dossier, a Ponza, Bagnara Calabra, Lipari, Porticello e Santa Maria La Scala. Non ci si può tuttavia permettere di circoscrivere il problema delle numerosissime violazioni commesse in Italia a determinate aree geografiche, poichè esso rischia di investire indirettamente anche i porti ed i pescatori più rispettosi delle norme UE, la quale ha già in precedenza sanzionato il nostro paese per l’insufficienza e la limitata funzionalità dell’apparato normativo italiano. Un ulteriore intervento della Corte Europea di Giustizia potrebbe penalizzare fortemente l’intero sistema di pesca, al quale verrebbero a mancare importanti sovvenzioni normalmente stanziate dalle istituzioni europee.

Un’aggravante della situazione consiste nell’esistenza di un decreto ministeriale del 1998 che, a seconda delle violazioni, prevede la sospensione della licenza di pesca da 3 a 6 mesi, decreto che non è ad ora mai stato applicato e di cui, anzi, le istituzioni nazionali competenti hanno addirittura sconsigliato l’applicazione. La denuncia delle tre associazioni ambientaliste sottolinea l’insufficienza delle altre sanzioni attualmente previste dalla legge per le violazioni precedentemente citate, le quali non superano in ogni caso i 4000 euro. Molto spesso è perfino possibile ridurre ulteriormente tali, già esigue, cifre con il patteggiamento, mentre “il sequestro effettivo delle reti illegali non viene quasi mai accertato dagli organi competenti - continua il dossier delle tre associazioni - ed è dunque lecito presumere che esso quasi mai avvenga realmente”.

Numerose sono le tematiche ed i settori che trovano il loro punto d’incontro e di comune interesse nell’attività di pesca intensiva nazionale: in primis naturalmente il tema dell’ambientalismo, che si assume il fondamentale seppur difficoltoso compito di arginare, con l’associazionismo e l’impegno civile, un disastro naturalistico annunciato ormai da decenni. In secondo luogo l’aspetto occupazionale, la cui fragile situazione spinge spesso i pescatori a grandi manifestazioni di protesta che i veneziani possono ben ricordare; non poche volte infatti Le Zattere di Venezia sono state letteralmente assediate da flotte di pescherecci in rivolta. Doveroso annoverare fra questi settori interessati anche quello politico-istituzionale, che da lungo tempo si barcamena tra problemi e presunte soluzioni della questione “pesca INN”. Esempio principe dell’inadempienza di questo settore e dei suoi attori è proprio la vicenda del decreto datato 1998 di cui si è parlato in precedenza, considerato dalle associazioni ecologiste nonché da tutte le autorità europee competenti, un grande passo avanti nell’arretrata realtà normativa italiana sulla pesca.

Fonte: http://www.terranews.it


venerdì 28 maggio 2010

NEWS: Svezia: trovato «mostro» abissale


Svezia: trovato «mostro» abissale
Svezia: trovato «mostro» abissale
inserito da eagle

Svezia: trovato «mostro» abissale
14-05-2010 - IL REGALECUS GLESNE PUÒ RAGGIUNGERE ANCHE I 17 METRI

Un pesceremo di oltre tre metri di lunghezza è stato rinvenuto su una spiaggia di Bovallastrand

MILANO - Nei secoli scorsi alcuni esemplari dell'animale erano stati rinvenuti spiaggiati dopo grandi tempeste, alimentando per il loro aspetto la leggenda di grandi mostri marini divoratori di uomini. Ora non c'è più quel leggendario timore, ma sicuramente c'è stato grande stupore quando davanti alle coste della Svezia è stato rinvenuto un pesceremo di più di tre metri, il «serpente di mare», conosciuto col nome scientifico di Regalecus glesne. Un pesce abissale che solitamente vive in acque tropicali (tra l'altro da poco è stato filmato per la prima volta mentre si muoveva nella profondità dell'oceano) e che da oltre 130 anni non veniva osservato in Svezia. Misterioso e poco noto, il pesceremo potrebbe aver alimentato nel passato il mito dei serpenti marini. Nel fine settimana un escursionista ha trovato per caso il pesce, oramai morto, trascinato a riva dalla corrente sulla spiaggia del villaggio Bovallstrand, tra Göteborg e il confine norvegese.

IL RITROVAMENTO - «Ho notato questa grossa cosa in acqua», ha raccontato l'orgoglioso scopritore Kurt Ove Eriksson al giornale Svenska Dagbladet. «In un primo momento pensavamo fosse un grande pezzo di plastica, poi abbiamo notato un occhio». La foto del «serpente di mare» ha già fatto il giro del mondo. Il pesceremo, secondo il Guinness dei Primati, è il più lungo dei pesci ossei viventi. Questa rara specie di pesce vive in acque profonde e temperate. E' coloratissimo, si sposta proprio come un serpente e utilizza la sua lunga pinna dorsale che ne percorre tutto il corpo. Può raggiungere anche i 17 metri di lunghezza ed un peso di circa 300 chilogrammi. Appare in superficie solitamente quando è già morto. L'esemplare svedese è tuttora custodito nel museo marino della piccola cittadina di Lysekil. «E' stata una cosa assolutamente incredibile, non ci posso ancora credere», ha spiegato entusiasta un collaboratore della struttura ai media locali.

Fonte: http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_maggio_13/pesceremo-svezia-elmar-burchia_e61a57f4-5e8c-11df-91f2-00144f02aabe.shtml

venerdì 14 maggio 2010

NEWS: La costa dipinta di blu: sono le 'velelle'

La costa dipinta di blu: sono le 'velelle'

La costa dipinta di blu: sono le 'velelle'
inserito da gommoa

La costa dipinta di blu: sono le
05-05-2010 - Il Primo Maggio si è colorato di blu. Da sabato pomeriggio la costa della provincia di Savona è diventata blu intenso. L’insolita colorazione ha spinto diverse persone, probabilmente impressionate dalle notizie provenienti dal Golfo del Messico, a segnalare alla Capitaneria di porto di Savona la presenza di grosse macchie di idrocarburi nel tratto di mare antistante il litorale, in particolare a Bergeggi. Ma niente paura. In un comunicato firmato dall’ufficiale di ispezione Paolo Ferrero e indirizzato ai Comuni interessati e alle concessioni dei bagni marini, la Capitaneria, che ha disposto un controllo ad hoc di una motovedetta, ha precisato ieri che si stava verificando uno spiaggiamento di massa di colonie di meduse appartenenti alla specie “Velella Velella”, comunemente conosciuta come “Barchetta di San Pietro”. Il fenomeno, frequente in questo periodo dell’anno, è avvenuto prima nelle zone occidentali della provincia di Genova e si è successivamente allargato al nostro litorale.

«È un fenomeno positivo, ricorrente a maggio - rassicura Enrico Schiappapietra, presidente del Sindacato italiano balneari della provincia - Oltre che bello a vedersi, indica che il mare è pulito. Ma chi vuole fare il bagno non deve preoccuparsi: le velelle non sono urticanti. L’unico lato negativo è che, spiaggiandosi e seccando al sole, i milioni di medusine danno un po’ di cattivo odore».

Ma cerchiamo di conoscere più da vicino chi sono i piccoli celenterati che hanno fatto allarmare tanti turisti. Le “barchette di San Pietro” sono piccole meduse a forma di dischetto ovale, sormontato da una cresta verticale che sembra la vela di un minuscolo scafo (da cui appunto il nome “velella”, dal latino velum= vela). Normalmente vivono al largo, in colonie composte da numerosi esemplari, ma la loro apparizione sotto costa è frequente dopo le mareggiate primaverili.

Gli assembramenti di questi organismi planctonici sono a volte così densi da formare immense distese simili a macchie oleose (come è accaduto in questi giorni) facilmente rilevabili anche da lontano, specie quando una lieve brezza increspa il mare calmo. Il loro nuotare alla deriva fa sì che, durante violenti temporali o in condizioni di vento forte e mare mosso, vengono depositati in grandi ammassi sulle spiagge. Così le velelle concludono il loro ciclo vitale.

Il grande sviluppo delle velelle viene messo in relazione al forte calo della fauna ittica e, quindi, alla mancanza di predatori. Nutrendosi di plancton e di uova di pesci, questi organismi contribuiscono a loro volta a impoverire l’habitat della fauna ittica.


Fonte: http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savona/2010/05/03/AMeAUueD-invasione_litorale_velelle.shtml

giovedì 13 maggio 2010

In Italia pesca al tonno rosso bloccata per un anno

In Italia pesca al tonno rosso bloccata per un anno - LASTAMPA.it
Via libera alla moratoria: congelato il 70% della quota 2010
Via libera alla moratoria: la pesca del tonno rosso rimarrà bloccata per un anno in Italia. Lo ha approvato questa mattina la Commissione consultiva centrale della pesca e dell’acquacoltura presieduta dal sottosegretario del ministero delle Politiche agricole Antonio Buonfiglio.
In pratica ci sarà il congelamento di oltre il 70% delle quote destinate all’Italia per il 2010, pari a circa 1.500 tonnellate assegnate al sistema a circuizione, considerato a più alto impatto ambientale. "Si tratta di una sorta di riserva nazionale - spiega soddisfatto Buonfiglio al termine della riunione - che abbiamo voluto costruire oggi in attesa dell’evoluzione della situazione che rispetta le esigenze un pò di tutti".
La decisione è stata quindi comunicata a Bruxelles e, a questo proposito, il sottosegretario auspica che il modello italiano possa essere seguita da altri Paesi dell’Ue. La Commissione consultiva ha condiviso la proposta di Buonfiglio volta a una sostenibilità economica e ambientale. Una decisione, fa notare il sottosegretario, che sembra convenire a tutti: agli ambientalisti per la ricostituzione degli stock in mare del tonno rosso, tra gli animali con i più lunghi tempi di riproduzione (2 anni), ma anche ai pescatori, ai quali non conveniva comunque uscire in mare con una quota poco remunerativa e insufficiente per affrontare la campagna 2010 che durava appena 1 mese.
Tutti contenti insomma, fanno sapere dal ministero, all’insegna della sopravvivenza del tonno, ma anche, grazie alle garanzie economiche previste, per la sopravvivenza di una comparto che rappresenta migliaia di posti di lavoro tra indotto e operatori diretti.

Fonte La Stampa

mercoledì 31 marzo 2010

NEWS: Incentivi per l'acquisto dei fuoribordo?? Opportunità o Fumo negli occhi?

Roma - E' stato presentato al Consiglio dei Ministri il decreto sugli incentivi. Come avevamo già ampiamente previsto: tanto fumo e poco arrosto, anzi pochissimo.
Alla nautica vanno solo 10 milioni di euro per incentivare l'acquisto dei motori fuoribordo . Il decreto dovrebbe essere approvato in circa 10 giorni e dovrebbe entrare in vigore a partire dal 15 di aprile. Ancora non si conoscono i dettagli su come questi soldi saranno erogati. Al momento, si sa soltanto che gli aspiranti beneficiari dell'incentivo potranno prenotarlo entro il 31 dicembre del 2010, presso un apposito call-center delle Poste.

Fonte: www.solevela.net

mercoledì 17 marzo 2010

News: UE Tutela del tonno rosso e corallo

Le associazioni ambientaliste Greenpeace, LAV, Legambiente, Marevivo e WWF accolgono con favore l’accordo raggiunto ieri dal Coreper, il Consiglio dei rappresentanti permanenti dell’Unione Europea, che prevede l’inclusione del tonno rosso nell’Appendice I della Convenzione CITES e la conseguente messa al bando del commercio internazionale. I 27 membri UE si uniscono così al già folto gruppo di sostenitori della Proposta, come gli Stati Uniti che insieme all’Ue sono i maggiori assegnatari delle quote di tonno rosso.

L’auspicio è che alla prossima Conferenza delle Parti, che si terrà a Doha dal 13 al 25 marzo, l’Unione Europea riesca a far comprendere a tanti altri Paesi la necessità di agire con urgenza per la conservazione del tonno, così come degli squali, del corallo, delle specie di piante che si vuole inserire in CITES e di tutte quelle specie per cui vi siano chiari segni di necessità di controllo del commercio.

Le associazioni ambientaliste Greenpeace, LAV, Legambiente, Marevivo e WWF ritengono, tuttavia, che la messa al bando del commercio internazionale del tonno rosso, conseguente all’inclusione nell’Appendice I, debba attuarsi a partire dalla decisione di inclusione e, soprattutto, senza inutili ritardi.


Roma, 11 marzo 2010

Fonte www.lav.it

sabato 6 marzo 2010

Strane creature marine?? ma che news è??

Sono incappato in una news di MSN, nelle foto e nei commenti pubblicati.
Mi rivolgo a voi pescatori, ma è possibile che la gente possa pubblicare delle notizie del genere?
Cosa c'è in quello che pubblicano e scrivono di strano?
E soprattutto alcune persone che leggeranno questa news magari credono davvero che quelle nelle foto siano delle STRANE creature marine!!!!
Ditemi voi se questa è informazione o disinformazione.
Addirittura in una foto fanno vedere un "pesce rosso" e lo paragonano a quello che si tiene in casa, dicendo anche che è gigante!!!! Ma come quello è un Red Snapper e può anche diventare più grande, tra l'altro è anche fantastico da mangiare.
Buon Visione QUI

lunedì 18 gennaio 2010

News: Guardia Costiera a tutela del buon nome della FIPSAS e dei pescatori sportivo-ricreativi


In alcuni siti di informazione è apparsa la notizia (13 marzo 2010), poi riportata da alcuni forum, che dei pescatori sportivi sarebbero stati sorpresi e contravvenuti per aver pescato quantitativi di pesce in misura superiore al consentito e per averne fatto oggetto di vendita.
La FIPSAS si sta attivando per conoscere il nominativo delle persone in questione onde verificare se siano o meno propri tesserati.
Nel caso la risposta fosse affermativa, la Federazione provvederà al loro immediato deferimento agli Organi di Giustizia chiedendone la radiazione.

AGGIORNAMENTO DEL 16/3/2010

La FIPSAS in data odierna si è attivata per conoscere l'identità dei responsabili dell'accaduto in modo da verificare se fossero o meno propri iscritti. Il primo passo è stato di richiedere ufficialmente informazioni utili sulla delicata vicenda agli Enti preposti.


Fonte FIPSAS